Recensione “L’isola dei battiti del cuore” di Laura Imai Messina

Ma buon salve, cari Libricini del mio cuore!
Come state in questo 2023 appena cominciato?
Io alla grande e, vista la mia precedente lista e il fatto che voglio ritornare in pista con il blog, sono prontissima con la prima recensione di questo anno ancora illibato per quanto riguarda le letture!

Non voglio perdermi nelle parole, però, quindi parto subito con la scheda tecnica.

TITOLO: L’isola dei battiti del cuore
AUTORE: Laura Imai Messina
CASA EDITRICE: Piemme
LUNGHEZZA: 300 pagine
FORMATI: tutti (audiolibro, kindle, cartaceo)

TRAMA:
«Per essere felici, serve innanzitutto immaginare di essere felici.» Nel sud-ovest del Giappone, in una pozza di mare condivisa da due province, Kagawa e Okayama, nuota un’isoletta unica al mondo: Teshima. Sulla punta orientale dell’isola, sorge un minuscolo edificio in cui sono catalogate le pulsazioni del cuore di decine di migliaia di persone, alcune vive altre già ombre, provenienti dai luoghi più disparati del pianeta. Si chiama Shinzō-on no Ākaibu, l’Archivio dei Battiti del Cuore. Alle porte di Tōkyō, in una cittadina lambita dall’oceano e circondata dalle montagne, sorge la casa dove Shūichi ha trascorso l’infanzia e dove ha appena fatto ritorno. Shūichi è un noto illustratore, ha quarant’anni e una cicatrice in mezzo al petto. È ossessionato dal proprio cuore che si ausculta ogni sera e dalle memorie confuse che ha del passato. Sua madre, per proteggerlo dai dispiaceri, ne ha manipolato i ricordi d’infanzia: di tutti i suoi piccoli drammi gli ha sempre raccontato una versione migliore. Ma se non si ha la certezza di aver sofferto in passato e di avercela fatta, da dove si ricava il coraggio di tentare ancora? È allora che Shūichi si accorge di un misterioso bambino che si aggira intorno alla casa. Questa strana presenza fa nascere in Shūichi molte domande: chi e quel bambino che lo osserva e perché ha scelto la sua casa? E soprattutto: come si pesca un pesce-bambino? Shūichi scopre che il pesce-bambino si chiama Kenta, ha otto anni e vive prodigiose avventure nella solitudine più assoluta. Ma il pesce-bambino che è Kenta e il disegnatore surfista che è Shūichi, stringono giorno dopo giorno una straordinaria amicizia e quell’incontro cambierà per sempre la loro vita. Li porterà in un luogo che batte al ritmo del cuore, pronunciato in tutte le lingue del mondo. È Teshima, un’isoletta remota nel sud-ovest del Giappone, dove sorge l’Archivio dei Battiti del Cuore. Dopo “Quel che affidiamo al vento”, Laura Imai Messina torna a un luogo incredibile eppure reale del Giappone. E, nel viaggio in cui ci conduce, ci permette di avvicinarci a un modo diverso di concepire la vita e i suoi smarrimenti. Ma soprattutto ci dona una delle chiavi essenziali per interpretare il presente: quella per ritrovare la felicita perduta.

Ho “letto ” questo romanzo in formato audiolibro, quindi ho avuto il piacere di ascoltarlo direttamente dalla dolcissima voce di Valentina Carnelutti.
Confesso che non so dirvi se lo avrei mai letto se lo avessi preso in versione cartacea perché la trama non mi aveva attirato più di tanto ma ero disposta a dargli una chance visto che ho l’abbonamento ad audible e proprio l’applicazione me lo ha consigliato.
La voce dolce e melodiosa di Valentina mi ha accompagnato tra queste pagine piene di parole e atmosfere delicate che vanno a costruire una trama morbida e quasi impalpabile che si basa soprattutto sulle sensazioni dei protagonisti, o almeno questo è quello che ho inteso.
In questo romanzo di “fa” poco ma si esplorano tantissimo le sensazioni umane e i sentimenti, soprattutto quello della perdita delle persone a noi care.
Devo dire che sono riuscita ad apprezzarlo solo grazie alla lettura della Carnelutti perché, altrimenti, avrei lasciato perdere quasi subito il romanzo, in quanto non è proprio nelle mie corde.
È tutto troppo morbido, rarefatto e lento. Non sono riuscita a immaginarmi per bene i personaggi e i luoghi a tal punto che ho tirato un piccolo sospiro di sollievo quando la lettura è terminata.
In compenso ho apprezzato moltissimo lo stile di scrittura, che è molto fiabesco, fluido e leggero e sarebbe adattissimo per delle storie per bambini, soprattutto perché riesce a descrivere in modo semplice anche i sentimenti più complessi, come la perdita delle persone a noi care.
Nel complesso devo dargli 3 stelle su 5 proprio grazie alla lettura effimera e bellissima di Valentina Carnelutti.

Voi avete letto o ascoltato questo libro?
Se sì, cosa ne pensate? Qual è la vostra opinione in merito?

Fatemelo sapere nei commenti, sono sempre felice di sapere le vostre opinioni!

Vi aspetto alla prossima lettura!

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