La piccola cucina dei sapori segreti, il primo libro rosso della Rainbow Reading Challenge (RRC)

Buongiorno Libricini belli!
Oggi voglio farvi conoscere questo libro che, per me, segna l’inizio della mia Rainbow Reading Challenge di quest’anno!
Se non sapete che cos’è, vi invito a leggere questo mio post!
Con che colore potevo partire se non con il rosso? Quindi, facendo un giretto davanti alla mia libreria, cammina di qui, cammina di lì (la faccio sembrare immensa, ma è giusto una parete della mia camera da letto, anche se adoro pensare che sia enorme) ho scelto questo romanzo.
Premetto che io amo alla follia i romanzi dove il cibo, la ristorazione e compagnia bella, sono i protagonisti. Ne ho quasi uno scaffale pieno e sono sempre in cerca di nuovi titoli anche se quelli che ho ancora non li ho letti tutti. Forse questo mio amore nasce dal fatto che sono una cameriera, non lo so, ma amo questo genere di romanzo, quindi credo che troverete diversi titoli di questo genere. Hanno anche una sezione apposta su questo blog, giusto per facilitarvi la ricerca.
Ma bando alle ciance, vediamo di farvi leggere la trama!

Immagine presa da Pinterest

Alex è un cuoco geniale, ma il suo premiatissimo ristorante di Barcellona è ogni giorno più vuoto: forse perché lui è un tipo burbero, troppo eccentrico e decisamente di poche parole? O forse perché dai suoi piatti sono banditi tutti gli ingredienti provenienti dall’America (compresi patate e pomodori)? Di certo non si aspetta aiuto da Annette, la ragazza canadese che gli piomba in casa e che di ricette e portate non sa un bel niente. Ma lei è così dolce, intraprendente, e ha un’irresistibile chioma rossa… Alex e Annette, due poli opposti che però – tra una litigata e l’altra – si “riconoscono”. Perché entrambi hanno il cuore infranto, e un drammatico passato. Così, mentre Annette si ingegna per risollevare le sorti del locale, Alex capisce che con lei può finalmente mostrarsi com’è, lasciando che i dolorosi segreti sepolti dentro di sé si sciolgano come burro. Perché quella ragazza apparentemente sognante e distratta è in realtà la donna più appassionata, sexy e intelligente che lui abbia incontrato in tutta la vita. Tra gli aromi e il calore dei fornelli, le verità vengono a galla e la passione sobbolle piano piano, condita da un amore incondizionato per la cucina.

Quando ho letto per la prima volta la trama, ho pensato subito che questo romanzo fosse perfetto per il mio scaffale culinario. Mi aveva completamente incantato, promettendomi un viaggio incredibile tra sapori e sentimenti, miscelati in modo che uno esalti l’altro.
Mai errore fu più grande!
Ora vi spiego perché dovreste evitare questo romanzo, alla grande anche!
Come vedete, la trama promette un viaggio nei sapori, nei profumi e nei sentimenti. Promette di trovare un storia d’amore che nasce e cresce tra i fornelli, rapendoci mentre cucina piano piano dei manicaretti deliziosi.
Quello che ho trovato, invece, è la visione super negativa del mondo della ristorazione.
Alex, uno dei protagonisti, nonché Chef del romanzo, è un uomo odioso, pieno di fisime e incapace di parlare senza includere del turpiloquio ogni due o tre parole. Senza parlare del fatto che considera tutti degli incapaci. Solo lui è bravo a cucinare. Solo lui riesce a capire il cibo. Solo lui può mandare avanti il ristorante. I clienti sono danni collaterali per continuare a vivere di cucina. Non hanno possibilità di scelta, di parola, di pensiero.
Alex è quel genere di cuoco che, se mai dovessi lavorare nel suo ristorante, prenderei a testate nei denti fino a farglieri cadere tutti.
Ora passiamo ad Annette, un’altra protagonista.
Lei è avvolta dal mistero. Non si sa cosa faceva prima, o almeno io non sono arrivata abbastanza avanti nel romanzo per poterlo scoprire (ebbene si, ho mollato la lettura a un quarto del romanzo se volevo evitare di farmi venire l’ulcera per il nervoso), si sa solo che è brava a cucinare, che è capace di arrangiarsi con quello che trova in cucina per creare dei buonissimi piatti e che sa il fatto suo in tema di marketing.
Un’altra cosa che si sa di Annette è che è indecisa su tutta la sua vita. Vuole cucinare, certo, ma non sa se vuole farlo con Alex, visto che la tratta malissimo cercando di cacciarla via dal suo ristorante, non si sa se è interessata “romanticamente” ad Alex, anche se accetta avances da una critica dei sapori, che gli fa capire chiaramente di volere una relazione con lei dopo pochissime ore che si sono conosciute. Non sa nulla di quello che vuole fare, a parte che vuole fare qualcosa, che vuole immergersi nel cibo della catalogna per sfuggire a problemi che spuntano fuori dal suo passato nebuloso.

Immagine presa da qui

Insomma, quest romanzo è un dubbio enorme che cammina, cercando di attirare il lettore ma fallendo miseramente, almeno nel mio caso.
La trama sarebbe anche carina e invitante ma i personaggi l’hanno resa odiosa, esattamente come lo sono loro.
Ho tentato in ogni modo di andare avanti, di terminare il libro, sperando che migliorasse con il proseguimento della lettura, ma è stato tutto vano.
Ho continuato a odiare Alex per la sua visione limitata della cucina, per la sua misoginia mal celata, per il suo parlare pieno di parolacce e per la visione completamente negativa che ha dato del mondo della ristorazione che io amo tanto (certo, so che il mondo del mio lavoro non è tutto rose e fiori, anzi, ma qui si rasenta l’aggressione verbale e fisica ai clienti e al personale, quindi è davvero una visione irrealistica e negativa al massimo).
Ho mal sopportato Annette e la critica culinaria, donne indecise, piene di dubbi e di sogni che stridono.
Insomma, questo romanzo è stato un fiasco colossale e mi pento amaramente di averlo scambiato grazie ad Acciobooks.
Se vi è possibile, evitatelo. È una lettura spiacevolissima che non lascia nulla a parte del nervosismo.
Anche la scrittura dell’autrice non è delle migliori. O forse la traduzione non lo è. Ho notato diversi errori nei tempi verbali, nei pronomi e tanti piccoli dettagli che hanno reso la lettura lenta e travagliata. In più non mi è nemmeno dato sapere se è stato fatto consapevolemente per far vedere che Annette è straniera e sta imparando il catalano o se è stata proprio l’autrice, o il traduttore/rice, a scrivere in quel mondo.
E niente.
Questo mio primo romanzo rosso è un grosso, grossissimo NO.

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